La scoperta della pressione arteriosa è avvenuta agli inizi del 1800 a Londra, grazie alle intuizioni del medico personale della regina Vittoria, Sir Richard Bright, il quale aveva osservato che nei pazienti con un marcato contenuto di proteine nelle urine, si evidenziava anche un ispessimento delle pareti muscolari cardiache durante le autopsie. Il fenomeno non riuscì a essere spiegato completamente e nacque così “L’enigma di Bright” che appassionò tantissimi ricercatori e clinici e li impiegò in studi durati quasi un secolo. Nel 1896 venne realizzato il primo sfigmomanometro a mercurio grazie ad un medico torinese. (1)

In foto, Scipione Riva Rocci, il medico italiano che perfezionò lo sfigmomanometro a mercurio e diede un grande contributo alla ricerca cardiovascolare e alla pratica clinica.
Cos’è?
La pressione arteriosa è una misura della forza con cui il sangue scorre nel corpo. Il picco di pressione massima è detta pressione sistolica, la pressione minima è detta diastolica. Il loro aumento costituisce una delle principali cause di malattie cardiovascolari, che a loro volta rappresentano la prima causa di morte.
Approfondisci
La contrazione del cuore spinge il sangue con un’elevata pressione nell’aorta. Il picco di pressione massima è detta pressione sistolica. Quando i ventricoli si rilasciano, il sangue che resta nelle arterie esercita una pressione minima o diastolica. La pressione diastolica è la pressione minima esercitata sulle pareti arteriose in qualsiasi momento. La pressione arteriosa dipende dalla gittata cardiaca e dalle resistenze periferiche.
La gittata cardiaca è data dal volume di sangue pompato dal cuore, chiamato anche volume di eiezione, in un minuto (frequenza cardiaca). La resistenza periferica è la resistenza al flusso ematico esercitata dal tono della muscolatura vascolare e dal diametro dei vasi (1). All’aumentare della pressione arteriosa aumentano i rischi di danni cardiaci, ai vasi e a molti organi, in particolare cervello e reni; inoltre, un’ipertensione incontrollata è strettamente correlata al rischio di infarto cardiaco ed ictus ischemico e a lungo termine può anche causare l’insorgenza di aneurismi, disfunzione renale e danni oculari (2).
I sintomi e la diagnosi
Nella maggior parte dei casi l’ipertensione è asintomatica (3): non dà disturbi specifici e molti pazienti possono convivere bene e a lungo con la pressione alta senza saperlo. Solo di rado l’ipertensione si manifesta con palpitazioni, vertigini, cefalea, nervosismo, stanchezza, ronzii, fosfeni (lampi di luce) e altri disturbi visivi.
La valutazione diagnostica dell’ipertensione arteriosa prevede che avvenga una misurazione ripetuta per almeno 7 giorni lavorativi con rilevazioni al mattino e sera e il primo giorno di misurazione deve essere scartato. Per una diagnosi accurata e definire il rischio cardiovascolare globale del paziente sono necessarie un minimo di 12 e un massimo di 24 misurazioni nell’arco di una settimana, l’anamnesi clinica del paziente, l’esame obiettivo e gli esami di laboratorio e strumentali (1).
L’esame obiettivo comprende: l’auscultazione cardiaca, carotidea e delle arterie renali; la presenza di soffi potrebbe suggerire l’esecuzione di ulteriori esami. Altezza, peso e circonferenza addominale dovrebbero essere misurati con il paziente in posizione eretta e dovrebbe essere calcolato il Body Mass Index (BMI), ovvero l’indice di massa corporea.
Approfondisci: Indice di massa corporea (Body Max Index, BMI)
Il BMI è uno strumento importante per la misurazione del peso corretto. Esso mette in correlazione il peso con l’altezza: viene calcolato dividendo il peso corporeo (in kg) per la statura (in metri) al quadrato. Tanto più l’indice è alto, tanto più si tende al sovrappeso e naturalmente aumentano i rischi per la propria salute.
È possibile anche misurare il BMI aiutandosi con delle tabelle di valori standard che non richiedono quindi l’uso della formula
Tabella: Rapporto peso altezza: BMI
Oggigiorno esistono anche tantissimi siti in internet dove è possibile inserire i valori del peso e dell’altezza e che calcolano automaticamente l’indice di massa corporea. Uno dei più sicuri che consigliamo è quello del Ministero della Salute.
I principali esami di laboratorio e strumentaliche vengono effettuati di routine sono: esami ematochimici, delle urine, elettrocardiogramma (ECG); in base all’anamnesi, all’esame obiettivo ed ai riscontri dei test di routine, possono essere effettuati test specifici aggiuntivi richiesti dal medico curante (2).
Test di routine
- Emoglobina e/o ematocrito
- Glicemia a digiuno
- Colesterolemia totale, colesterolo LDL, colesterolo HDL
- Trigliceridemia a digiuno
- Potassiemia e sodiemia
- Uricemia
- Creatininemia
- Esame urine: esame microscopico; stick urine per proteinuria, test per la microalbuminuria
- ECG a 12 derivazioni
Analisi di laboratorio. Tratto da Linee guida 2013 ESH/ESC per la diagnosi ed il trattamento dell’ipertensione arteriosa
Il trattamento
L’ipertensione arteriosa, se diagnosticata precocemente o è di lieve entità, può essere inizialmente trattata senza farmaci e correggendo soltanto alcune abitudini correlate allo stile di vita.
Laddove necessario, o in caso di ipertensione moderata o grave (di grado 1 o di grado 2), la correzione delle abitudini alimentari e di stile di vita, deve essere associata anche a una terapia farmacologica su indicazione medica. (2)
Chi deve monitorare la pressione arteriosa?
Chi ha avuto una diagnosi di ipertensione, chi ha iniziato un trattamento antiipertensivo per determinare la sua efficacia, chi ha bisogno di monitoraggi frequenti, specialmente per chi presenta fattori di rischio per un aumento della pressione sanguigna e/o condizioni di salute legate ad essa (4), tutte le donne in gravidanza con sospetta o dichiarata ipertensione gravidica o a rischio preeclampsia (5) e coloro che presentano incongruenze tra le misurazioni. I valori elevati a domicilio, ma normali in ambulatorio possono riferirsi a una ipertensione così detta “mascherata”, mentre il contrario, ovvero valori alti riscontrati solo in ambulatorio medico sono indici di una ipertensione detta da “camice bianco” (4).
Dove si può monitorare?
- A domicilio
- In farmacia
- Dal medico di famiglia
- Nelle ASL di appartenenza
- Dal servizio infermieristico del territorio.
Quali apparecchi esistono per l’automisurazione?
Oggi, gli apparecchi a mercurio non vengono più prodotti, e sono stati sostituiti in commercio da quelli automatici, che sono più semplici da utilizzare e molto comodi per l’automonitoraggio della pressione sanguigna direttamente a casa nostra. Essi si distinguono in 3 macro categorie:
- I misuratori automatici o elettronici, sono comodi, facili da impiegare e sono precisi. Inoltre, sono dotati di una memoria per poter registrare i propri valori pressori.

Apparecchio automatico o elettronico
- I misuratori ibridi i quali sono indicati per le persone che soffrono di aritmie cardiache, in quanto sono capaci di captare e misurare frequenze cardiache particolari.

Misuratore ibrido con rilevazione di aritmia
- I misuratori da polso, dei quali però, le più aggiornate evidenze scientifiche sconsigliano l’utilizzo in quanto scomodi, difficili da impiegare e poco precisi nelle misurazioni (2).

Misuratore da polso
Quando bisogna monitorare la pressione?
Nelle fasi iniziali di diagnosi e trattamento bisogna misurare la pressione per almeno 7 giorni lavorativi con due misurazioni al mattino e due la sera. Il primo giorno di misurazioni deve essere scartato; per una diagnosi accurata sono necessarie un minimo di 12 e un massimo di 24 misurazioni nell’arco di una settimana. Nella settimana precedente la visita medica si consiglia di misurare la pressione tutti i giorni e negli intervalli almeno due volte alla settimana nei pazienti con ipertensione controllata. Se i valori variano molto tra una misurazione e l’altra si devono intensificare gli intervalli di controllo (1).
Prima di iniziare l’automisurazione, è importante essere il più rilassati possibile perché l’agitazione potrebbe influire sul valore pressorio, quindi sedersi per almeno 5 minuti. Nei 30 minuti prima della misurazione è importante non fumare, non bere bevande con la caffeina e non eseguire attività fisica. Bisogna sedersi correttamente, con la schiena bene appoggiata allo schienale della sedia o della poltrona, i piedi devono essere stabili sul pavimento ed è importante non incrociare le gambe.
Il braccio deve essere appoggiato su una superficie stabile (il tavolo, la scrivania) con la porzione spalla-gomito a livello del cuore.
Accendere l’apparecchio e seguire le istruzioni indicate sullo schermo. È importante rimanere fermi e non parlare durante questa fase. Eseguire la misurazione alla stessa ora tutti i giorni. È importante eseguire la misurazione alla stessa ora tutti i giorni così come effettuare la misurazione la mattina e la sera in quanto essa può variare durante la giornata. Durante il riposo notturno essa si riduce al minimo mentre aumenta durante la giornata. Memorizzare i risultati, come indicato sul dispositivo, se l’apparecchio lo consente o scriverli a mano su un’agenda o una tabella e portarli sempre con se alle visite di controllo. (5)

Esempio di tabella da stampare e compilare per avere tutti i valori pressori. Indicare nelle note eventuali comportamenti, emozioni o eventi, avvenuti nell’ora precedente la misurazione, che potrebbero alterarne il valore.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA:
(1)Saiani L, Brugnolli A. Trattato di cure infermieristiche. 2a edizione. Napoli: Idelson-Gnocchi; 2014. p 184-93.
(2)Mancia G, Fagard R, Narkiewicz K, Redon J, Zanchetti A, BÖhm M, et al. Linee guida 2013 ESH/ESC per la diagnosi ed il trattamento dell’ipertensione arteriosa. Pubblicato su Supplemento ipertensione e prevenzione cardiovascolare. 2013 vol. 20; n. 2-3.
(3)Hinkle JL, Cheever KH. Brunner Suddarth Infermieristica medico-chirurgica. 5° ed. Milano: Casa Editrice Ambrosiana; 2017.
(4)Trucker K, Taylor K, Crawford C, Hodgkinson J A, Bankhead C, Carver T et al. Blood pressure self-monitoring in pregnancy: examining feasibility in a prospective cohort study. BMC Pregnancy and Childbirth. 2017; 17:442. Disponibile a: https://bmcpregnancychildbirth.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12884-017-1605-0 Ultimo accesso: 18 Giugno 2018
(5)Parati G, Omboni S, Palatini P, Rizzoni D, Bilo G, Valentini M et al. Linee guida della società italiana dell’ipertensione arteriosa (S.I.I.A.) sulla misurazione convenzionale e automatica della pressione arteriosa nello studio medico, a domicilio, e nelle 24 ore. 2008.
(6)Fogari R, Costa A. L’ipertensione arteriosa: storia di un’avventura umana. Conf. Cephalal. et Neurol. 2017; Vol. 27, N. 3: 127-133. Disponibile a: https://mattiolihealth.com/wp-content/uploads/2018/03/07-RASSEGNA-Fogari.pdf. Ultimo accesso: 13 Maggio 2018
AUTORI:
STUDENTI del Corso di Laurea in Infermieristica:
Castronuovo Vincenzo, Guler Raluca, Maienza Gaetano
TUTOR supervisori Corso di laurea in Infermieristica:
Sonia Ricca, Fabiola Tarditi, Ivana Reale