“È fondamentale riscoprire l’importanza di questo muscolo! Per troppo tempo è stato ignorato, considerato addirittura un tabù. Un’importanza che dobbiamo riconoscere non solo di fronte al sintomo, alla perdita di urina o quant’altro, ma prima di trovarci di fronte al problema. E quando questo si presenta evitando di sminuirlo con affermazioni quali <È normale che perda qualche goccia di pipì con la tosse… ha avuto un bambino> oppure <Signora non si preoccupi… con il tempo passa>. Il rischio invece è che tutto peggiori!”.
Le parole di Laura Gaier, ostetrica consultoriale con una lunga formazione ed esperienza in tema di salute perineale, sono perentorie ed appassionate. D’altronde evoca una problematica, l’incontinenza urinaria, che solo in Italia riguarda quasi 5 milioni di persone, non necessariamente anziane. Si calcola ad esempio che per la sola popolazione femminile in circa il 20% dei casi il disturbo compaia addirittura prima dei 30 anni ed in oltre il 40% si manifesti tra i 30 e i 50 anni[1].
Approfondisce Laura Gaier: “Il perineo è una grande coppa muscolare che contiene e accoglie gli organi interni, un ventaglio che si erige per sostenere il peso e gli aumenti di pressione e un complesso meccanismo che governa gli sfinteri del nostro corpo. Dare la giusta importanza all’ascolto di questo muscolo e al suo corretto utilizzo nello schema corporeo (postura, respirazione…) dovrebbe essere per ognuno di noi, ma soprattutto per noi donne, un imperativo culturale di crescita dall’infanzia alla menopausa. La mancanza di consapevolezza di questo muscolo durante gli sforzi nella nostra vita, dal semplice esercizio in palestra alle eccezionali spinte di un parto naturale, può comportare un prolasso di utero, vescica e pareti vaginali, tale che una rieducazione perineale tardiva o incompleta (magari perché limitata al solo rinforzo muscolare!) non può più compensare.”
Nonostante il suo impegno nell’applicazione di tecniche riabilitative, l’ostetrica desidera richiamare l’attenzione soprattutto su un corretto stile di vita in grado di tutelarci da questa problematica, conscia delle implicazioni di un disturbo in grado di incidere pesantemente in ambito psicologico, familiare, sessuale, sociale, sportivo, lavorativo.
“Questi sono i comportamenti da evitare:
– trattenere sistematicamente e il più a lungo possibile lo stimolo alla minzione;
– svuotare la vescica al primo stimolo o fare svuotamenti troppo ravvicinati (minzioni precauzionali), strategia errata che diminuisce la capacità vescicale e aumenta l’urgenza di andare in bagno;
– spingere per urinare più velocemente;
– bloccare la minzione (salvo per testare il muscolo in via eccezionale);
– non bere alla comparsa del bisogno per evitare “incidenti”, condotta pericolosa per i reni e che aumenta il rischio di infezioni urinarie e problemi di stipsi;
– leggere sul water.
Esistono poi specifiche attenzioni rispetto all’assunzione di una corretta postura, soprattutto quando portiamo pesi, alla corretta gestione del gesto defecatorio, alla corretta gestione delle pressioni e del respiro. A quest’ultimo proposito, voglio sottolineare che tutti gli sforzi, dal semplice girarsi nel letto al passare dalla posizione coricata a quella seduta, dall’alzarsi da una sedia al sollevare un peso, dallo spingere al tirare un oggetto, dovrebbero essere accompagnati da una ESPIRAZIONE che faciliti la risalita degli organi e non, come viene fatto comunemente, inspirando, in quanto in questo modo il diaframma spinge verso il basso tutti gli organi. Una condizione particolarmente rischiosa, ad esempio, per la parete addominale ed il muscolo perineale deboli di una donna in post-partum.
Un ultimo consiglio: superare l’imbarazzo a parlarne e vincere la tentazione di considerare l’incontinenza una naturale conseguenza dell’invecchiamento, cercando senza remore l’attenzione di un sanitario”.
Daniele Nunziato
Psicologo e Psicoterapeuta AslCN1
[1] Libro Bianco sull’incontinenza urinaria (2012) – World Federation of Incontinent Patients