Il dolore si basa su due aspetti:
1. “algos” ossia la componente fisica e percettiva del dolore che si tratta sulla base delle linee guida e dell’evidence based medicine (tenendo conto delle limitazioni AIFA all’utilizzo dei FANS),
2. “pathos” ossia la sofferenza psichica ed emotiva correlata al dolore considerato un’esperienza privata complessa influenzata da fattori intrinseci ed estrinseci (il contesto, le precedenti esperienze di dolore, l’età, le fasi della vita, differenze individuali, aspetti socio-culturali/religiosi, il sesso, gli stati psicologici, l’atteggiamento dei famigliari).
La mission nell’approccio al paziente con dolore consiste nel prendersi carico dell’intero percorso di cura del paziente attraverso l’instaurazione di un rapporto di fiducia, l’individuazione delle esigenze specifiche per arrivare, attraverso la rete del dolore alle prestazioni algologiche più appropriate
L’organizzazione provinciale
La rete piemontese del dolore, secondo quanto previsto dal decreto regionale del 29 dicembre 2015 prevede 3 centri HUB (Torino, Alessandria e Novara) mentre per la provincia di Cuneo sono deliberati 3 centri SPOKE o periferici (ASO, ASLCN1, ASLCN2). Le proposte per la rete provinciale del dolore, alla luce del decreto regionale 42 del 29/12/2015, partono dal presupposto che i 3 centri HUB regionali non sono in grado di soddisfare il fabbisogno di tutta la popolazione Piemontese e della provincia di Cuneo per le procedure invasive e mini-invasive. Infatti, allo stato attuale in provincia di Cuneo, sono presenti i seguenti Centri Spoke (periferici) di terapia antalgica: S. Croce e Carle di Cuneo, il Centro Spoke di Savigliano/Saluzzo/Fossano, il Centro Spoke di Mondovì/Ceva e quello di Alba/Bra.

Sarebbe necessario alla luce del fatto che il dolore non è ancora trattato in modo adeguato:
Il coordinamento dei Centri SPOKE della provincia attraverso gruppi di lavoro interaziendali che prevedano il coinvolgimento dei maggiori esperti in materia algologica e i medici di medicina generale con la supervisione dell’ordine dei medici,
la creazione di percorsi di cura che permettano al paziente con dolore di ottenere il trattamento più appropriato nel minor tempo possibile (liste d’attesa uniche provinciali, unico database per la suddivisione delle procedure invasive – mini-invasive tra i vari centri..),
la valorizzazione e il giusto impiego delle professionalità esistenti attraverso il lavoro in equipe tra gli esperti di tutti i centri: “la qualità della prestazione prima della sede di effettuazione…”.
L’organizzazione presso le sedi di Savigliano, Saluzzo e Fossano
Il centro di terapia antalgica di Savigliano-Fossano-Saluzzo di cui è responsabile il dr. Dario Giaime è riferimento per i cateteri venosi a medio-lungo termine parzialmente/totalmente impiantati, è dotato di struttura ambulatoriale con sala operatoria e day – hospital con 3 letti dedicati per la degenza dei pazienti.
Gruppo medico – infermieristico dedicato
sede Savigliano – Fossano
. medici anestesisti con specifiche competenza algologiche
. infermieri dedicati per la parte ambulatoriale e per le manovre invasive
sede Saluzzo
. medici anestesisti dedicati di sede affiancati dai medici dell’algologia di savigliano – fossano
. infermieri dedicati
Attivita’ ambulatoriale
sede di Savigliano
lunedi – mercoledi’ – giovedi’- venerdi’ con una media 16 ore/settimana
sede di Fossano
lunedi’ mattina con possibilita’ di consulenza per i pazienti ricoverati presso il presidio ospedaliero di fossano (3 ore/settimana)
sede di Saluzzo
2 ambulatori pomeridiani a settimana (6 ore/settimana)
Prestazioni ambulatoriali
visite ambulatoriali cui si aggiungono infiltrazioni di punti dolenti (definiti punti trigger), blocchi nervosi, mesoterapia, elettroterapia transcutanea, auricoloterapia, peridurali, infiltrazioni in ecoguida.
prestazioni invasive: infiltrazioni, radiofrequenza, peridurolisi, posizionamento cateteri
Tecniche antalgiche mini-invasive e invasive
Si ricorre a tali metodiche qualora il dolore non sia controllato attraverso la via farmacologica o nel caso di dolori cronici che necessiterebbero di una terapia farmacologica cronica. Si deve tener conto che tra tutti i dolori non oncologici, il dolore lombare cronico è la seconda causa di disabilità negli Stati Uniti e si stima che il 58-84% della popolazione avrà un episodio di dolore lombare nella propria vita.

Presso il centro di algologia di Savigliano sono eseguite infiltrazioni delle faccette articolari lombari, infiltrazione dell’articolazione sacro-iliaca, peridurali selettive (interlaminari, transforaminali, sacrali). Tali procedure sono eseguite, seguendo le direttive della regione Piemonte, in scopia in sala operatoria (almeno 2 infiltrazioni a distanza di 15 giorni). Si iniettano miscele farmacologiche composte da cortisone (non corpuscolato nello spazio peridurale) e anestetici locali.

La Radiofrequenza
Questa nuova metodica unita alle altre procedure mini-invasive pone il servizio di algologia del S.S. Annunziata di Savigliano, alla luce dei protocolli operativi elaborati dalla Regione Piemonte, come centro di riferimento di eccellenza per il trattamento del dolore. Tale attività viene coordinata dal punto di vista clinico dal responsabile di S.S. della Terapia Antalgica dott. Dario Giaime. La radiofrequenza è una tecnica che consente di ottenere un’analgesia (sollievo dal dolore persistente/continuo)per un periodo di tempo superiore a quello che si otterrebbe con il solo utilizzo di farmaci. La neurolesione a radiofrequenza consiste nel ledere il nervo che si ritiene essere causa del dolore.
L’analgesia viene ottenuta tramite una lesione termica delle fibre che conducono lo stimolo doloroso: ciò permette la ripresa di una migliore autonomia nelle attività quotidiane e la possibilità di intraprendere un programma rieducativo e riabilitativo altrimenti difficile da realizzare. La durata complessiva della radiofrequenza, che si effettua in anestesia locale (ed eventuale sedazione), è variabile da 40 a 70 minuti e si esegue, solitamente, in regime di day hospital.
La tecnica può essere utilizzata per il trattamento del dolore cronico della colonna vertebrale, compreso il dolore da disfunzione delle faccette articolari (le articolazioni fra le vertebre), lombalgie, compressioni del nervo, disfunzioni del disco intervertebrale, disfunzioni sacroiliache, cefalea, dolore post-operatorio, sindrome dolorosa regionale complessa, distrofia simpatica riflessa). Può anche essere impiegata per il trattamento di dolori intrattabili derivanti dal cancro, nella nevralgia post-erpetica e nella nevralgia del trigemino. In podologia è utilizzato nel trattamento del dolore intrattabile da disturbi del piede, tallone e caviglia quali fascite plantare e neuroma di Morton.
E’ necessaria l’assistenza di un generatore di radiofrequenza continua e pulsata, con possibilità di impostazione del livello di stimolazione sensitiva e motoria del nervo e conferma grafica della stimolazione in uscita.
La Radiofrequenza è utilizzata soprattutto per la cura della “sindrome delle faccette articolari”
La colonna vertebrale (o rachide) è formata dall’impilamento delle 33 vertebre della colonna vertebrale, intervallate dai dischi intervertebrali, e delimita al suo interno il canale vertebrale che contiene il midollo spinale, il liquido cefalo rachidiano, e le radici spinali, che danno origine ai nervi spinali, che innervano tutto il corpo (ad esclusione del capo), protetti dalle meningi cerebrali. La sindrome delle faccette articolari comunemente definito “mal di schiena” è un quadro doloroso caratterizzato da dolore tessutale profondo, causato da una irritazione delle articolazioni tra le vertebre per asimmetria delle superficie articolari dei due lati, danno articolare da osteoartrosi o artrite reumatoide, impatto asimmetrico delle articolazioni nella scoliosi o il loro patologico avvicinamento nell’iperlordosi lombare e nella degenerazione discale. Il dolore può esser esacerbato dai movimenti di estensione e di inclinazione del tronco verso il lato affetto, dall’ortostatismo e dalla prolungata posizione seduta. Si procederà al trattamento di radiofrequenza per devitalizzare la faccetta articolare affetta da patologia (come l’odontoiatra esegue per devitalizzare un dente dolente). In tal modo, gli stimoli dolorosi provenienti dalle faccette articolari colpite da patologia saranno bloccati, mantenendo comunque la loro funzione portante sulla colonna vertebrale. Il trattamento si esegue in anestesia locale, sotto guida radiologica, ed ha una durata di circa 20 minuti. L’intervento, correttamente condotto, è privo di effetti avversi per il paziente e può portare ad un beneficio permanente con scomparsa od attenuazione del dolore per molti mesi, ed in caso di riacutizzazione del dolore stesso può essere eventualmente ripetuto. Alla fine della procedura il paziente viene mantenuto per circa 10 minuti in posizione coricata, dopodiché cautamente si assume una posizione seduta ed infine si passa alla posizione eretta e ci si alza dal lettino ambulatoriale; queste cautele sono necessarie per evitare bruschi abbassamenti della pressione arteriosa e permettono al medico di controllare la capacità del paziente a muovere completamente gli arti e di camminare correttamente. A questo proposito è opportuno che il paziente che deve effettuare la procedura si presenti in ambulatorio/day hospital preferibilmente accompagnato da un’altra persona, capace di riaccompagnarlo al proprio domicilio.
Complicanze e controindicazioni
Le complicanze di questa tecnica sono molto rare e facilmente controllabili con i trattamenti opportuni, tra le principali citiamo: modesto calo della pressione arteriosa, insuccesso parziale della procedura, modeste emorragie (in pazienti che usano farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti), complicanze infettive locali
Le controindicazioni: l’infiltrazione peridurale ha poche controindicazioni, tra queste citiamo: pazienti in trattamento con farmaci anticoagulanti, pazienti con infezioni locali al dorso, pazienti con allergie agli anestetici locali, rifiuto del paziente