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La raccolta dei funghi è di frequente un’occasione di grande soddisfazione, in particolare quando è fatta in compagnia e quando la consumazione avviene in sicurezza. Ma se non si è esperti occorre mantenere alta l’attenzione, perché i funghi buoni hanno un elevato numero di sosia velenosi con cui è possibile confonderli.

Vi sono poi alcune false credenze tramandate nel tempo: ad esempio quelle per cui i funghi che crescono sugli alberi sono sempre mangerecci, oppure che se sono stati mangiati da parassiti o animali vuol dire che sono buoni, o che i funghi velenosi sono solo quelli che cambiano colore quando sono tagliati o, infine, che occorre diffidare di funghi che hanno un brutto aspetto mentre gli altri sono tutti commestibili.

Sono miti da sfatare, privi di qualsiasi fondamento. Bisogna porre attenzione anche ai funghi regalati, se non controllati da un micologo. Mentre i funghi acquistati sono sicuri, solo se è presente il cartellino di controllo micologico.

E’ possibile, e spesso assolutamente necessario, prima di consumare i funghi raccolti, farli controllare gratuitamente da un esperto micologo, mettendosi in contatto con il Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) dell’ASL CN 1. Gli esperti micologi, previo appuntamento telefonico, si rendono disponibili presso le sedi del SIAN (www.aslcn1.it/prevenzione/sian) a visionare i funghi per il riconoscimento delle specie commestibili.

Precauzionalmente si consiglia:

  1. Di astenersi dal consumo di specie fungine di cui non si posseggano le dovute conoscenze circa la commestibilità.
  2. Di non raccogliere funghi vecchi o in cattivo stato di conservazione (fradici, sporchi di terriccio, contenenti corpi estranei): in questo caso il fungo può produrre sostanze tossiche.
  3. Di consumare i funghi dopo cottura. Solo poche specie fungine possono essere consumate crude, ma in questi casi bisogna ricordare che possono verificarsi dei disturbi da intolleranza in soggetti particolarmente sensibili.
  4. Di consumare i funghi in modica quantità poiché contengono sostanze (cellulosa e chitina) che rendono l’alimento poco digeribile e non consumare in gravidanza e non somministrare ai bambini.
  5. Non consumare funghi raccolti lungo le strade, vicino a centri industriali e coltivati (pesticidi).

Se dopo l’ingestione di funghi dovessero insorgere dei disturbi gastroenterici (vomito e diarrea anche dopo 24 ore dall’ingestione) occorre andare con urgenza al pronto soccorso, senza tentare  di curarsi da soli (il latte non è un antidoto!), portando con sé tutti gli avanzi di funghi (cotti, crudi, resti di pulizia) attraverso i quali è possibile fare una identificazione delle specie e quindi indirizzare correttamente la terapia più idonea.

Nell’Asl CN1 lo scorso anno si sono verificati in autunno, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, 4 episodi di avvelenamento in contesti di consumo familiare. Tutte le persone coinvolte (9 nell’ultimo evento) sono state ricoverate, e in due situazioni l’avvelenamento ha interessato dei bambini. Fortunatamente non si è verificato alcun decesso e per tutti i casi è stata utile la  tempestiva consulenza di un micologo del SIAN per il corretto riconoscimento dei funghi e l’analisi delle circostanze di consumo. Come spesso succede, anche in questi casi è stata riscontrata una scarsa conoscenza dei funghi: ad esempio in un caso sono state raccolti come specie eduli funghi non commestibili ed in un altro caso è stato consumato un esemplare del genere suillus a cui, per inesperienza, non era stata asportata la cuticola responsabile di disturbi gastrointestinali.

http://www.aslcn1.it/prevenzione/sian/sian/funghi/

Sebastiano Blancato
Direttore Sian Asl CN1

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