Aiutare chi soffre a non soffrire di solitudine: è questo l’impegno dei volontari dell’A.N.A.P.A.CA (Associazione Nazionale Assistenza Psicologica agli Ammalati di Cancro). Come ben sa chi ne ha avuto esperienza diretta, la malattia oncologica coinvolge a livello psicologico non solo il paziente, ma l’intero nucleo familiare: si ha la percezione che “la spada di Damocle” sia sempre in bilico e la paura che possa cadere logora le persone coinvolte.
L’Anapaca (fondata a Torino nel 1980) fornisce assistenza psicologica gratuita, ai malati di cancro e alle loro famiglie. Dal 2002 è presente anche a Cuneo, per iniziativa della psicologa-psicoterapeuta Francesca Salvatico e del direttore della Struttura complessa Oncologia e Cure Palliative dell’Asl CN1 Pietro La Ciura.
“In un recente passato la malattia oncologica era affrontata solo sul piano fisico – spiega Francesca Salvatico, referente della sezione Anapaca di Cuneo-Busca -. La sofferenza psicologica dell’ammalato, durante il percorso di cura, non aveva rilevanza ai fini terapeutici. Fortunatamente i tempi sono cambiati e la psiconcologia è riconosciuta come scienza e le Linee Guida della Sanità contemplano la presenza dello psicologo nell’équipe oncologica. Ma ciò a volte non è sufficiente per soddisfare tutti i bisogni di chi vive questa malattia. Proprio per tale motivo è nata l’associazione.
Cosa fate?
Affianchiamo le persone per condividere il loro percorso di malattia, cercando di essere “sostenitori” loro e dei loro familiari. Siamo un gruppo di persone eterogeneo, coese attorno all’idea di aiutare chi soffre. I nostri volontari non sono né infermieri, né psicologi, ma accompagnatori attenti e presenti, vicini al paziente e ai suoi cari. Si pongono accanto al malato con l’intento di alleviare la sua solitudine e condividere momenti di riflessione, bilanci della vita, ansia, paura, sconforto. Sono preparati per accogliere il dolore e la rabbia di chi è colpito dal cancro. Propensi a prestare attenzione e donare una parola di conforto e speranza per cercare di alleviare le fasi più critiche della malattia. Per questi motivi la preparazione inizia con un corso formativo attento alle capacità individuali, e prevede l’aggiornamento permanente.
Il volontario è anche un ponte tra la quotidianità e la medicina molte volte caratterizzata da un linguaggio difficile e da procedure complesse.
I compiti sono vari e personalizzati, vanno dal “semplice ascolto”, all’aiuto durante i pasti e nel disbrigo degli iter burocratici.
E’ impegnativo?
Si tratta di volontariato, quindi ognuno dedica il tempo che ha a disposizione. Anche un’ora può essere “infinitamente” preziosa per chi vive nella condizione di malattia. Il volontario è parte di un gruppo e può costantemente contare sull’appoggio di personale professionalmente formato, oltre alle supervisioni programmate.
Dove svolgete la vostra attività?
Al Centro Residenziale Cure Palliative “Hospice di Busca”, negli ambulatori di Busca. Particolarmente significativo è stato il legame che abbiamo stretto con l’A.i.l. (Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mielomi) per cui un volontario dell’Anapaca presta anche del tempo nel reparto di Ematologia dell’Ospedale S. Croce e Carle.
Come si diventa volontario?
Periodicamente teniamo un corso per nuovi volontari. Le lezioni affrontano le tematiche oncologiche e di palliazione, gli aspetti psicologici in ambito oncologico grazie a docenti altamente qualificati. Rilevanza viene data all’esperienza sul campo dei volontari attivi.
Claudia Cucco

Come aiutare l’Associazione:
diventando volontari;
con donazioni sull’Iban: IT 10 G 0311146050000000012430.
La sede è all’Hospice di Busca, in Piazza Regina Margherita 10. Per informazioni tel.: 338 3858705 (D.ssa Salvatico) oppure fra.salv@virgilio.it.