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Il Diabete Mellito è una patologia richiedente da un punto di vista psicologico, in quanto necessita per tutta la vita di un trattamento complesso ed in gran parte autogestito che include una terapia farmacologica, regolari misurazioni del tasso glicemico ed un monitoraggio attento dell’alimentazione e delle normali attività quotidiane. Le emozioni e i vissuti relativi alla malattia condizionano l’identità ed il rapporto con il corpo.

Identificare e trattare precocemente le difficoltà psicologiche, quando presenti, aiuta il paziente a sviluppare uno stile costruttivo di affrontare la malattia, con esiti positivi sull’aderenza al trattamento e sulla salute. Il progetto descritto, premiato dalla Fondazione Associazione Medici Diabetologi (AMD Onlus) con una borsa di studio annuale, è nato dalla collaborazione fra il Servizio di Psicologia Ospedaliera e la Struttura complessa di Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo dell’Azienda ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo. La metodologia utilizzata è stata quella della ricerca-intervento, con la duplice finalità di raccogliere ed elaborare dati utili per lo sviluppo dei Servizi offerti e di migliorare la qualità della vita dei pazienti. A questo scopo, si è proceduto alla rilevazione dei fattori di rischio psicologico fra i soggetti diabetici mediante questionari, offrendo loro un supporto psicologico ed educativo. I risultati dello studio sono stati pubblicati su JAMD (XXX) in un articolo dal titolo “RICONOSCIMENTO E SUPPORTO AI BISOGNI PSICOLOGICI NEL PAZIENTE DIABETICO” (Falco G., Magro G., Borretta G., Anfossi M.).

DESCRIZIONE DEL PROGETTO E RISULTATI

Fra ottobre 2015 e settembre 2016, l’équipe diabetologica ha inviato allo psicologo 50 pazienti:
– 6 con nuova diagnosi di Diabete Mellito di tipo 1 o Diabete Mellito di tipo 2
– 44 con fattori di rischio psicosociale (ansia, depressione, negazione della diagnosi, disturbi mentali pregressi o in atto, alterazioni del comportamento, ecc.).

Dopo una prima valutazione, 32 (64%) hanno intrapreso un percorso di sostegno. Ai pazienti con nuova diagnosi è stata somministrata la Scala sull’impatto degli eventi stressanti revisionata. Tre hanno mostrato livelli di stress elevati.

Ai pazienti di lunga data con fattori di rischio psicosociale è stato somministrato il Questionario Multidimensionale sul Diabete di Nouwen et Al. (sezioni I e III). È emersa una percezione del diabete come patologia piuttosto grave, che compromette mediamente la qualità della vita. Si è riscontrato, inoltre, uno scarto fra quanto i pazienti stimavano utile l’adesione alle terapie e quanto riuscissero a metterla in pratica. Questo dimostra come spesso il soggetto sia consapevole delle modalità per migliorare il compenso, ma non riesca a farlo a causa di fattori emotivi interferenti. Il sostegno psicologico, in questi casi, assume la valenza di un catalizzatore per il cambiamento e lo sviluppo dell’empowerment.
Nei pazienti che hanno effettuato un percorso psicologico continuativo, la rivalutazione mostra un miglioramento dell’autoefficacia.

Gli esiti riguardano anche il compenso. 23 dei 32 pazienti presi in carico hanno effettuato, dopo il percorso, la visita diabetologica di monitoraggio semestrale o annuale. I valori percentuali di emoglobina glicata sono scesi in 19 pazienti (83% del totale), rimasti inalterati in 3 pazienti (13% del totale) ed aumentati in un paziente (4% del totale). In media, si registra un calo da 9,6% (HbA1c% media precedente il percorso psicologico) a 8,30% (HbA1c% media successiva al percorso psicologico).

Questo dato spinge a riflettere sul ruolo del sostegno psicologico come intervento complementare all’educazione terapeutica e all’attività informativa, portando in luce la relazione stretta fra salute fisica ed emozioni.

Maura Anfossi
Responsabile Servizio Psicologia
S. Croce e Carle  

Gemma Falco
Psicologa Servizio Psicologia
S. Croce e Carle

Giampaolo Magro
Responsabile
Struttura di diabetologia
S. Croce Carle

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