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Allenamento all’autonomia e alla vita indipendente: è la sperimentazione ideata dall’associazione Genitori Pro Handicap, per una decina di ragazzi dai 18 ai 45 anni. L’obiettivo è consentire ai loro figli, con disabilità fisiche o intellettive, di acquistare autosufficienza e organizzazione nella vita quotidiana, in un ambito protetto. L’esperienza è iniziata qualche mese fa e sta fruttando i primi risultati: il gruppo trascorre alcuni fine settimana fuori casa, all’Ostello Cuneo di via monsignor Peano 8, con la supervisione di personale specializzato, della cooperativa Caracol e di volontari.

I ragazzi arrivano alle 9 del sabato mattina, muniti di valigia con il necessario per i due giorni e rincasano nel tardo pomeriggio della domenica. Si sistemano in camere dai 2 ai 4 letti, con bagno e liberamente si accordano e provvedono a cucinare i pasti, per i quali occorre programmare la spesa per gli ingredienti necessari.

Anche i pomeriggi sono da “inventare”: cinema, partita a bowling, dove si recano con i mezzi pubblici, chiacchiere in qualche locale e magari un po’ di relax nel salone dell’ostello. Occorre, poi, provvedere alla cena, i cui preparativi animano la cucina comune.

La domenica si partecipa alla gita tradizionale organizzata dalla Pro Handicap per tutti gli iscritti, al termine della quale si rientra in ostello, per raccogliere i propri bagagli e rientrare in famiglia. L’esperienza si configura come palestra di autonomia, dove i ragazzi imparano a decidere in modo indipendente le azioni quotidiane, non fuori dal mondo, ma dividendo lo spazio con gli altri ospiti dell’ostello e si muovono nel contesto cittadino reale.

“Ci siamo impegnati in questo progetto affinché i nostri figli possano uscire dal ‘nido’ – spiega Roberto Beltritti, presidente di Genitori Pro Handicap -. Sia i genitori che le persone disabili hanno un sollievo durante questi fine settimana; papà e mamme possono godere di due giorni di ‘licenza’ e i figli vivono in un contesto nuovo, lontano dalle consuete dinamiche familiari. Ma soprattutto è un alleggerimento psicologico constatare che i ragazzi ce la possono fare e acquisiscono crescente autonomia.

Molti genitori sono anziani e gioiscono nel sapere che , per esempio, in caso di ricovero o malessere il proprio figlio ce la può fare, con una minima supervisione. Non di rado abbiamo appurato che le paure sono soprattutto nostre, mentre i figli tornano entusiasti della loro libertà. Siamo particolarmente grati a istituti bancari e privati, che con donazioni e devoluzioni del 5 per mille rendono possibile la realizzazione dei nostri laboratori e sperimentazioni come questa”.

Il progetto è una concretizzazione di quanto dovrebbe susseguire alla legge sul “Dopo di noi”, per persone con grave disabilità, prive di sostegno familiare. Promuovere l’autonomia significa ridurre i costi sociali, ma anche i traumi che questi soggetti dovranno affrontare nel caso di perdita dei genitori o loro temporaneo impedimento. Il progetto proseguirà anche nel prossimo anno, presumibilmente con un numero maggiore di partecipanti.

Claudia Cucco

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