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AFFRONTARE LA RADIOTERAPIA

Con l’aiuto dei Puffangeli è più facile

Agnese oggi ha 13 anni e racconta le sue 32 sedute di radioterapia  in un video pubblicato sul sito dell’Associazione Italiana Radioterapia Oncologica:  “Ho 13 anni, ho molti amici e frequento la terza media. Detto così sembro una ragazzina qualunque, ma dentro di me ho ricordi speciali” (Link:  https://www.youtube.com/watch?v=F-HtY7DlSiA&feature=youtu.be ).

All’età di nove anni per Agnese arriva la diagnosi di rabdomiosarcoma parafaringeo, chiamato anche “tumore testa collo” in termini non scientifici.  Tutto d’un tratto la scuola e le lezioni di danza classica sono sostituite dalla chemioterapia, radioterapia e chirurgia.

“Sapevo che per guarire dovevo affrontare tutto quanto, affrontare le cure e sopportare con pazienza -spiega Agnese -. Una volta capito questo mi sono apparsi i Puffangeli, persone speciali che mi hanno aiutato non solo con i farmaci e le terapie, ma soprattutto con la loro simpatia, affetto e attenzioni. Il personale del reparto ha saputo rendere quei giorni meno pesanti”.

Ma chi sono i Puffangeli? Il dottor Elvio Russi, dirigente medico della Radioterapia dell’AO Santa Croce e Carle, spiega: “Ad ogni seduta c’era sempre qualcuno che le veniva incontro e l’accompagnava in reparto. La ricevevamo nella cucinetta, dove avevamo fatto un cartellone con un paesaggio dei Puffi, da riempire con gli adesivi dei vari personaggi. Il primo giorno Agnese ha messo Puffetta al centro, era lei. Ad ogni seduta riconosceva fra i vari puffi uno di noi e lo attaccava sul tabellone, per fare un paesaggio completo. Io ero ‘Puffo Mangione’, quello con la pizza, e via tutti gli altri. Inoltre le avevamo proposto di personalizzare la maschera di immobilizzazione: il primo giorno era vuota, ad ogni seduta lei aggiungeva un dettaglio, per ottenere la maschera di un topolino”.

Il video è stato portato al congresso internazionale della Società Europea di Radioterapia
Oncologica, commuovendo la platea e riscuotendo grandi consensi. Al congresso, fermando il video sul primo piano di Agnese, il dottor Russi ha spiegato: “Le decisioni di noi medici vengono prese di fronte a quegli occhi, dobbiamo  poter dormire con la coscienza a posto sostenendo quegli occhi e dobbiamo ricordarcene con affetto, per non deluderli”.

Agnese non ha mai perso il sorriso anche in quei giorni difficili, dimostrando grande sensibilità e maturità: oggi sta bene, le 32 sedute di radioterapia sono un ricordo, mentre il villaggio con i 32 puffi è un poster appeso in camera sua.

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