Si dividono in due principali famiglie: ARGASIDAE (zecche molli) che parassitano soprattutto uccelli e vivono in nidi e soffitte dove si trovano anche i piccioni e nell’uomo possono determinare reazioni cutanee di tipo allergico (orticaria, eritema), raramente shock anafilattico. Prevenzione è l’allontanamento dei volatili da sottotetti e abitazioni. IXODIDAE (zecche dure) che hanno come ospiti abituali animali domestici e selvatici; l’uomo è un ospite occasionale. Hanno come habitat preferito luoghi ricchi di vegetazione erbosa e boschiva, ambienti umidi e ombreggiati, solitamente a quote inferiori ai 1500 metri. Molto spesso stazionano nei prati incolti, ai bordi dei sentieri e nelle aree di passaggio di animali selvatici. In generale la loro attività si concentra nei mesi caldi. Infatti, durante la stagione invernale tendono a proteggersi dal freddo rifugiandosi negli anfratti dei muri, tra la vegetazione, le pietre o interrandosi in profondità. Le zecche non saltano né volano, si spostano alle estremità delle piante aspettando il passaggio di un animale o dell’uomo, attratte dall’anidride carbonica emessa e dal calore dell’organismo. Le zecche dure possono veicolare protozoi, batteri e virus e trasmettere malattie con diversi gradi di compromissione sistemica: da una sintomatologia simil-influenzale al coinvolgimento del sistema nervoso centrale. Fra le patologie infettive di rilevanza nel nostro Paese, troviamo: encefalite da zecche Tbe (causata da un virus e presente in focolai endemici nel nord-est dell’Italia); malattia di Lyme (causata dal batterio Borrelia); le rickettsiosi (trasmesse principalmentTesto del link e dalla zecca dei cani). Per la TBE è disponibile un vaccino.
LA PREVENZIONE
Le azioni di prevenzione prevedono: abbigliamento idoneo (pantaloni lunghi, infilati nelle calze, scarpe alte); l’ispezione del corpo (le zecche prediligono ascelle, inguine, testa, collo, retro ginocchia, i fianchi) al rientro da escursioni in zone boschive e campestri con erba alta; la protezione degli animali da compagnia con l’uso di antiparassitari specifici. Non tutte le zecche sono infette ma in caso di morso, che è indolore perché viene emessa una sostanza anestetica, è necessario rimuovere il parassita utilizzando una pinzetta, il più vicino possibile alla cute, imprimendo un movimento rotatorio e tirando leggermente.
Importante: per la rimozione non usare sostanze oleose, benzina, trielina, acetone, ammoniaca o alcool poiché causano il rigurgito del sangue aumentando il rischio di trasmissione di agenti patogeni. Prima e dopo la rimozione disinfettare con prodotti non colorati che potrebbero mascherare eventuali reazioni cutanee e verificare la regolarità della profilassi antitetanica. Tenere sotto controllo la zona del corpo da cui è stata asportata la zecca, per 30 -40 giorni: se compaiono rossore, gonfiore, febbre o altri sintomi, rivolgersi al medico. La somministrazione di antibiotici per uso sistemico nel periodo di osservazione è sconsigliata, perché può mascherare eventuali segni di malattia e rendere più complicata la diagnosi.
Anna Bertorello, Igiene e sanità Pubblica Asl CN1
Fonti: European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC)
Istituto Superiore di Sanità -Epicentro
Istituto Zooprofilattico Torino
Istituto Zooprofilattico Regione Friuli Venezia Giulia
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie

